02/08/2018WOC2018 ANDREA SEPPI: VORREI GIOCARE ALLO STESSO GIOCO DEI MIGLIORI
(Andrea Seppi in azione con la maglia azzurra).
Andrea Seppi è sempre stato velocissimo. Nato il 15 aprile 1988 è tesserato per l'Erebus Vicenza dove ha trovato in Cristian Bellotto una coach con cui condividere esperienza e voglia di migliorare ancora.Quest'anno, dopo una pausa in azzurro, sarà al via dei WOC2018 e vuole tornare a fare bene. Dice di non essere più un ragazzino ma la voglia di confrontarsi non gli manca e nemmeno la grinta.
- Arrivi a questi WOC senza aver prima partecipato agli Europei. Ti senti più fresco rispetto ai tuoi compagni?
Forse “fresco” non è la parola giusta, visto che rispetto ai miei due compagni nella Sprint pago 8 anni all’anagrafe. Scherzi a parte, ho avuto più tempo per preparare i WOC. Rispetto a qualche tempo fa, per varie ragioni, è più difficile fare un’intera stagione al top, ma d’altra parte penso di essere riuscito a sfruttare un po’ di anni di esperienza per prepararmi bene ed arrivare in forma all’appuntamento che conta.
- Sei uno specialista delle Sprint. A parte le tue caratteristiche fisiche da uomo veloce, cosa ti piace di questa distanza? La velocità nel prendere decisioni? L’adrenalina?
Mi diverte di più l’intensità che la durata, non solo per le mie caratteristiche fisiche, ma anche tecnicamente. Ho sempre avuto una certa facilità a correre velocemente, ma sono poco economico sulla distanza, e quindi uno sforzo di 10/15 minuti è quello in cui mi sento più a mio agio. Se allo stesso tempo riesco ad affrontare bene le difficoltà tecniche del percorso, a prevedere sempre cosa mi aspetta dietro al prossimo angolo, a sapere già cosa dovrò fare dopo aver punzonato il prossimo punto, senza mai essere costretto a rallentare…beh, per me questo è il massimo del divertimento.
- Sappiamo che la concorrenza è di altissimo livello, quale pensi sia il tuo gap dai migliori? Senti di avere motivazioni e margini per lavorare ancora in futuro nell’alto livello?
Contrariamente a quello che molti pensano, il gap che ho avuto in questi anni dai migliori stava principalmente a livello fisico. Sembrerà una banalità, ma la difficoltà principale nella preparazione di un orientista, ed anche ciò che la rende affascinante, sta nel conciliare la preparazione fisica con gli allenamenti tecnici. Il tempo a disposizione è limitato, e bisogna riuscire ad arrivare al meglio della forma senza trascurare la componente tecnica, e viceversa. Sebbene a 30 anni sono improbabili grandi margini di miglioramento, finché sentirò lo stimolo di esplorare i miei limiti non mi accontenterò di correre per divertimento, ma cercherò di allenarmi in funzione di un obiettivo, per vedere dove posso arrivare e cosa posso ancora imparare dal percorso di preparazione.
- Aspettative e un sogno per questo WOC
Non mi piace fare grandi proclami prima dell’evento. Posso dire che mi aspetto, tornando a gareggiare a livello internazionale dopo 2 anni, di vedere che sono competitivo. Il che vuol dire che dopo la gara, quando analizzerò i tempi e le scelte, avrò la sensazione di potermi confrontare con i migliori, di vedere che “giocavamo allo stesso gioco”. Un piccolo sogno è quello di riuscire ad esprimere il mio miglior livello sabato e domenica, cosa che finora non sono riuscito a fare nei campionati internazionali.
p.i.