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Nervi e Voltri 2 appuntamenti di livello che hanno accolto l’Orienteering in modo differente. Per il Comitato Organizzatore una grande esperienza, come spiega Gianluca Carbone.
Calato il sipario sulla Coppa del Mondo 2024 a Genova è ora il momento dei bilanci, non tanto economici che arriveranno nelle prossime settimane, quanto organizzativi come spunto di analisi e riflessione per l’immediata ripartenza verso i Campionati del Mondo del 2026.
Sin dal primo istante eravamo ben consci che quest’anno sarebbe stato il test più importante sulla strada che ci porterà ai WOC: banco di prova per noi organizzatori, biglietto da visita per le amministrazioni locali e per per la città, cartolina per i partecipanti ai numerosi eventi futuri già in programma nei prossimi due anni e ancora sperimentazione verso i fornitori.
Andando per ordine, ne siamo sicuramente usciti rafforzati: una macchina organizzativa complessa non tanto per i numeri (pur importanti perché globalmente, tra Coppa del Mondo e Tre Giorni, hanno lavorato più di 300 persone) quanto per la sua eterogeneriicità, con gruppi di tecnici o volontari provenienti un po’ da tutte le parti d’Italia.
Avevamo in buona parte già lavorato assieme lo scorso anno a Bolzaneto e ai Piani di Praglia, ma la prova sotto stress davanti agli occhi di tutto il mondo ci ha sicuramente rafforzato.
A voler elencare tutti si finisce certo per far torto a qualcuno, ma – partendo dal mondo interno alla F.I.S.O. – accanto all’Associazione Amatori Orienteering Genova sono risultati imprescindibili gli apporti della Polisportiva Masi di Casalecchio di Reno per ciò che riguarda il settore tecnico, così complesso e organizzato nel migliore dei modi, dell’IKP Prato per il puntuale allestimento delle partenze, dell’Oricuneo per il supporto alla Tre Giorni, della DOG Open Games, della Polisportiva Besanese e di tutte quelle altre società che non avevano aderito ufficialmente ma, tramite l’apporto dei singoli, alla fine sono risultate coinvolte in maniera importante.
Contiamo di proseguire il percorso assieme a tutte queste e anzi, sull’onda dell’entusiasmo di accogliere altre adesioni ufficiali.
Accanto all’AAO Genova, cuore pulsante del Comitato Organizzatore è stato il Comitato Genovese del C.S.I. che ha messo a disposizione tutte le proprie conoscenze nell’ambito della Curia cittadina, le proprie professionalità interne frutto anch’essi di anni di organizzazione di eventi sportivi, nonché proprie strutture.
Ufficialmente il Comitato Genova 2026 è affiliato al CSI e non alla FISO.
In totale sono stati quasi 150 gli orientisti coinvolti, a vario titolo, chi più e chi meno.
Passando a considerare il rapporto con le Amministrazioni Locali, questo è stato decisamente buono, strada facendo hanno capito le potenzialità e la risonanza dell’evento che stavamo andando ad organizzare e passo dopo passo con la consapevolezza ne è cresciuto anche il coinvolgimento; parliamo in primis del Comune di Genova che, anche nell’ambito di Genova Capitale Europea dell Sport 2024, è stato il nostro principale sponsor oltre che collaboratore organizzativo.
Sono risultate essenziali le collaborazioni, sotto il coordinamento dell’Ufficio Eventi del Comune, dei Volontari della Protezione Civile, di quelli dei Genova 24, ma anche della Polizia Locale e della municipale Aster. Importatnti i loro numeri anche per la vigilanza in sicurezza delle aree di gara (tra orientisti e non avevamo circa 60 persone sui percorsi).
Certo in Comune sono stati “premiati” ed hanno apprezzato la splendida cartolina della città offerta dal servizio televisivo (si stimano 3.5 milioni di telespettatori tra i cinque canali europei in diretta, il live streaming IOF e i servizi di RaiSport e Eurovision), che a detta anche di spettatori stranieri imparziali è stato probabilmente superiore a tutto ciò proposto in passato; ma ricordo con piacere durante i sopralluoghi televisivi dei mesi precedenti il loro imbarazzo nel scegliere le location migliori per il panorama da offire con le telecamere fisse, o come commentassero sulla nostra fortuna di poter organizzare un po’ dove volevamo tanto c’era sempre qualcosa di interessante da offrire.
Aver portato quasi 300 tra atleti e tecnici provenienti da 30 Paesi sparsi un po’ da tutti gli angoli della Terra, oltre ai numerosi partecipanti alla 3 Giorni, e ripetutamente almeno per i primi per una settimana, rimane comunque un’occasione che non si ripete con troppa frequenza.
Di certo, da parte nostra, speriamo che questa consapevolezza acquisita di ciò che è il nostro “prodotto” per così dire, accresca ulteriormente l’interesse delle amministrazioni, anche quelle coinvolte in maniera minore quest’anno.
Accanto al Comune comunque anche la Regione Liguria ci è stata sin da subito vicina e all’ultimo momento si è unito anche il Dipartimento dello Sport, potendo quindi completare una sorta di catena virtuale che partendo dal livello più alto è arrivata sino ai singoli Municipi genovesi del Levante e Ponente cittadino.
E’ proprio quindi della città che volevo a questo punto parlare, con due gare organizzate nei due opposti estremi, con due risposte iniziali molto diverse come se parlassimo di centinaia di chilometri di distanza.
A Voltri infatti abbiamo sempre trovato braccia aperte e simpatia verso ciò che stavamo organizzando, forse anche perché non troppo avezzi ad eventi di questo tipo, ed alla fine anche entusiasmo (a parte qualche inevitabile lamentela per i parcheggi occupati) da parte di molti per aver dato una visibilità mai vista in precedenza a quel territorio.
A Nervi invece, e me ne rammarico pur abitando nel Levante cittadino, abbiamo riscontrato davvero tante difficoltà, sospetti, indifferenza, quasi avversione talvolta. Pochi hanno capito di cosa parlavamo e ancora di meno ci sono venuti incontro.
Alla fine però credo abbiamo lasciato anche lì un’immagine positiva, penso più d’uno si sia ricreduto e, sono sincero, mi aspettavo problemi e lamentele – visti i presupposti – sia durante la gara che dopo, mentre nulla è successo, quel giorno vedevo molti interessati ed incuriositi, e anche a posteriori chiedendo a conoscenti, quasi a denti stretti, rispondevano: però si, carino, una cosa mai vista… Forse più di così non potevo, come organizzatore, aspettarmi dopo i mesi precedenti.
Globalmente i nostri sforzi sono stati premiati, siamo partiti un po’ in affanno ma strada facendo siamo cresciuti in conoscenze, affiatamento e numeri, i riscontri sono stati positivi, anche il giudizio IOF (in base ad un consolidato sistema di valutazione) lusinghiero e soprattutto raccogliamo quotidianamente attestazioni di concorrenti che ribadiscono la loro intenzione di partecipare anche ai prossimi appuntamenti.
Certo siamo ben consci che non tutto abbia funzionato al 100%, molto andrà affinato ed implementato per poter svolgere positivamente un impegno ancor più grande come quello dei mondiali, ma già è iniziata l’analisi dei punti di forza (come quello tecnico) e di quelli dove invece si è zoppicato (per esempio i trasporti, forse un po’ sottovalutando le problematiche che avrebbe potuto comportare il traffico cittadino); altri aspetti magari si sono anche considerati poco tralasciandoli volutamente per considerare le cose principali, però abbiamo due anni davanti di tempo e due dietro di esperienza per poter pensare a tutto, alla fine siamo ancora solo alla metà del guado e c’è ancora molto da remare.