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10/07/2024

LEONARDO MARIANI DA GUBBIO A CAPO NORD IN BICI

LEONARDO MARIANI DA GUBBIO A CAPO NORD IN BICI

Il cognome è da orientista, Mariani, ma in questo caso di tratta di Leonardo, padre di Francesco e Antonio, azzurri rispettivamente della C-O e della Mtb-O, che da Gubbio è partito alla volta di Capo Nord. Da bravo orientista (pure lui tesserato FISO) sulla bike aveva il leggio dove seguire la traccia del percorso preparato.

Questo il suo breve racconto delle giornate trascorse in sella con tappe anche da 170 km per un totale di 4.300 km.

a cura di Leonardo Mariani

Allora, cominciamo dalla pianificazione. Visto che non sono più un giovanotto, ho suddiviso il percorso in tappe, assicurandomi di avere strutture ricettive alla fine di ogni tappa. Ho scelto un percorso forse poco battuto per questo viaggio: Austria, Slovacchia, Polonia, Repubbliche Baltiche. In genere si preferiscono Germania e Danimarca, ma c'è più traffico automobilistico. Ne sono venute fuori 29 tappe, che poi sono diventate 32 perché 3 le ho fatte in due tempi. Aggiungiamo 7 giorni per la manutenzione della bici o del "conduttore", ed ecco che in totale ho impiegato 39 giorni per andare da Gubbio a Capo Nord.

A proposito della bicicletta, è una vecchia FRW Big Bear, ben tenuta e caricata a dovere con 20 kg di bagaglio. Devo dire che se avessi avuto una bici da strada, probabilmente non avrei completato il percorso, in quanto ho attraversato strade bianche, in parte previste e in parte no. Qualche volta ho dovuto fare strada ai mezzi pesanti spostandomi sullo sterrato ai lati delle strade, soprattutto in Polonia.

Dal punto di vista tecnico, tengo a precisare che per ogni tappa mi ero preparato un foglietto con altimetria, previsione dei tempi di percorrenza e istruzioni (a X km svolta a destra, al bivio a Y km andare dritto, ecc.). Questo sistema ha funzionato piuttosto bene e ho usato il navigatore solo nei tratti finali, per la ricerca degli alberghi. Il calcolo dei tempi è un fiore all'occhiello di questa esperienza, in quanto sono anni che sto studiando gli aspetti scientifici del ciclismo e questo viaggio ha costituito un bel banco di prova per verificare i risultati ottenuti.

Dal punto di vista delle emozioni, che dire? È stata una bella sfida vinta, perché puoi prevedere tutto, ma la perseveranza nel perseguire l'obiettivo ce la devi mettere tu. Inoltre, devi essere in pace con te stesso perché se il corpo rema contro di te, non c'è volontà che tenga. Io sono partito alla grande, troppo oserei dire, e alla quinta tappa, dalle parti di Klagenfurt, mi sono reso conto che dovevo darmi una regolata. Ogni tanto prendevo un po' d'acqua, ma alla 25^ tappa è venuto giù il cielo: 160 km con pioggia e vento, temperatura di 10°. Lì è stata dura. Poi c'è stata la sequenza dei tunnel, compreso il famigerato tunnel sottomarino: che brividi.

Alla fine tutto è andato per il meglio; qualche volta ho fatto il check-in in extremis, ma alla fine di ogni tappa la mia doccia l'ho sempre fatta. Ho avuto molto seguito tra gli amici orientisti. Infatti, i miei figli, che voi conoscete bene, hanno creato un gruppo WhatsApp che è stato molto attivo durante questi giorni.

 

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