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12/07/2008

Mondiali Master in Portogallo

Beware the masters! Attenti ai masters! Nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio, nella zona attorno alla cittadina portoghese di Leiria (120 km a nord di Lisbona), non si poteva fare un passo senza incrociare volti nordici o est-europei o del sud-Europa, anche americani giapponesi o australiani, fieri di portare le loro polo e t-shirts inneggianti alle piú esotiche gare di orienteering del globo, a mondiali passati (talvolta anche mondiali del secolo scorso.. certe t-shirts resistono al tempo come i loro orgogliosi proprietari).

Il Campionato del mondo Masters 2008, edizione portoghese, ha richiamato circa 3.500 partecipanti gioiosi e giocosi, ha rinnovato incontri e saluti tra sportivi di 3 o 4 generazioni diverse. Ma attenzione: i masters potranno essere anche piú rilassati rispetto agli junior o agli assoluti.. a patto che non vi salti in testa di frapporvi tra loro ed una lanterna! Sarebbero capacissimi di spostarvi di peso o di costringervi al una precipitosa fuga a colpi di scarpette chiodate. Ed il livello delle categorie piú "giovani" non é poi cosí lontano da una gara internazionale da world ranking event: come giudicare altrimenti la presenza di atleti che dal Portogallo sono volati direttamente in Repubblica Ceca per partecipare (con la nazionale del proprio paese) ai mondiali Assoluti?

L'edizione 2008, ottimamente organizzata dalla FPO (a beneficio dei lettori, una elevata qualitá che é ormai prassi nell'organizzazione di questo genere di eventi e che lascia ancora ottimi ricordi tra i partecipanti dell'edizione italiana di Asiago - Altopiano dei 7 Comuni) sará ricordata anche come la "prima volta" della competizione sulla distanza sprint; e i bene informati segnalano che dal 2011 potrebbe esserci anche l'introduzione della middle distance.



Una trentina di italiani hanno preso il via nell'edizione 2008, provenienti da Lazio, Trentino, Liguria, Lombardia, Friuli e Toscana. Non sono arrivate medaglie per noi, gli atleti della Scandinavia e dell'est-Europa ne hanno fatto incetta, ma nondimeno lo speaker Timo Tienila ha scandito piú volte nel corso delle 5 prove la parola "Italia" nelle classifiche.

E si che le cose sembravano essersi messe al meglio dopo una prima giornata (qualificazioni sprint) che sembrava far pensare ad una finale nella quale tifare fino in fondo per i nostri compagni di viaggio. Una prova sprint disputata a Leiria, tutta su percorso cittadini, con partenza in alto nel labirinto di mura anche diroccate del castello, poi la discesa a tutta nel dedalo di viuzze del centro: tanti punti anche a poche decine di metri l'uno dall'altro, con arrivo nella piazza centrale di Leiria. Un format senz'altro piú usuale per le nostre esperienze (non ultima quella di Pergine) che per parecchi concorrenti del nord Europa di media classifica, visibilmente disorientati in mezzo a quei grappoli di lanterne e alle prese con la scelta migliore per affrontare il labirinto del castello o per comprendere il modo per punzonare una lanterna in un parcheggio multipiano..

Tra gli uomini i migliori sono stati Marco Giovannini con l'8° posto in M40 dietro a personaggi tipo Mogensen, Hanselmann e Ward, ed Ezio Paris con un 17° posto in M55. Ma erano le nostre veterane a mettere a segno i colpi migliori con il 2° posto di qualificazione per Ivana Zotta, dietro alla ticinese Yvette Zaugg, e il 7° per Lucia Bragagna in W55; e infine venivano addirittura il 1° posto per Licia Kalcich in W60, cui faceva seguito nella seconda batteria il 5° posto di Cristina Casatta, ed il 6° per Maria Chiara Ramorino in W75.

La finale, disputata a Praia da Vieira, ha proposto un terreno e difficoltá diverse: una partenza nelle strettissime viuzze del paese che si affaccia sull'oceano, poi un trasferimento per un grappolo di lanterne non facili (per la loro densitá e per il cambio di scenario) nella pineta, poi ancora altre lanterne sulle difficili dune di sabbia ed un finale tra le vie vicine alla spiaggia (se possibili ancora piú strette.. praticamente le vie sono gli spazi tra una casa e quella immediatamente addosso): in W55 la migliore é stata Lucia Bragagna che ha terminato al 25° posto, nove posizioni davanti a Ivana Zotta. Cristina Casatta con il suo 13° posto ha (a suo dire) gettato al vento una occasione d'oro, mentre nella stessa finale Licia kalcich ha chiuso al 61° posto. In mezzo ad una classifica dominata da svedesi e norvegesi, é toccato a Maria Chiara Ramorino portare la sigla "ITA" nella top ten, ed il nono posto dell'atleta laziale é il miglior risultato dei mondiali per i colori azzurri.



Per le due gare di qualificazione long (una delle quali dal 2011 potrebbe cedere il posto ad una gara di qualificazione middle) ci si trasferisce a Pataias, abbastanza lontano dall'oceano per non dover affrontare le dune ma abbastanza vicino per riempire di sabbia parte del terreno di gara. Terreno che, per chi non é mai stato in Portogallo ma é stato almeno in Aquitania, dovrebbe essere famigliare.. ma per chi non é stato in nessuno dei due posti: un susseguirsi di pinete marittime, un fondo sabbioso con cespugli piú o meno radi che talvolta rendono piú difficile la corsa, pochi verdi duri ma attraversabili e soprattutto equidistanza a 2,5 metri (con ampio uso di curve di livello ausiliarie) a movimentare di colore marrone una carta che, con equidistanza a 5 metri, sarebbe stata un foglio bianco A3! Un paradiso per chi sa muoversi bene in bussola, sa leggere anche una equidistanza cosí lieve e soprattutto sa muovere bene le gambe: i tempi di percorrenza risulteranno piú bassi del previsto sia nelle prove di qualifica che nella finale. Sono sempre le WMaster a far segnare le migliori posizioni, con Bragagna, Casatta e Ramorino sugli scudi nella prima prova di qualifica attorno alla decima posizione, e Maria Chiara Ramorino fa ancora meglio nella seconda prova di qualifica con la settima posizione.

Per la finale long si torna ad avere a che fare con la sabbia: Pedrogao, a nord di Leiria,praticamente a pochi passi dall'oceano, é la sede scelta per questa prova; e pur se si corre ancora tra pinete e boschetti di eucalipto si può rimpiangere il fondo compatto di Pataias: a Pedrogao la sabbia la fa da padrone, i dislivelli non sono poi cosí impercettibili ed il "bush" cespuglioso di cui é ricoperta la parte iniziale e finale dei percorsi rende piú difficile la corsa e piú arduo interpretare le curve di livello sempre piú impercettibili. Lucia Bragagna in W55 é 77° in finale A e la sua compagna di staffetta Cristina Casatta é 67° in W60. Si attende al traguardo Maria Chiara Ramorino ma per soli 3 secondi la sua gara resta fuori dalla top ten della finale A! Imprendibili comunque le prime due che a 75 anni e in quel bosco viaggiano ancora a 11 minuti al kmsf.



Un'ultima frase per la categoria M90, che ha visto al via due concorrenti: e se nella prova sprint il grande incredibile finlandese Erkki Luntamo (l'unica concessione all'etá é il farsi portare lo zaino dal parcheggio al centro gare..) aveva conquistato l'ennesimo mondiale della carriera, nella prova long il giovane avversario norvegese Rune Haraldsson (é del 1918, Luntamo é del 1914) é riuscito nell'impresa di soffiargli la vittoria: un evento immortalato giá nelle parole di Timo Teinila che vedeva il norvegese affrontare la run-in quando ancora Luntamo non era passato dal punto spettacolo.



L'anno prossimo lo spettacolo dei mondiali master si trasferisce down under, in Australia. Per il 2010 si gareggerá in Svizzera, a Neuchatel, dove forse le pendenze non saranno cosí poco percettibili.



Stefano Galletti

Stegal67@hotmail.com

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